L’Angioino testimone della fine sveva

Peschereccio nel porto di Gallipoli

Le Fortificazioni nel Salento – L’Angioino testimone della fine sveva

“A metà tra ionio ed adriatico bisogna prepararsi ad affrontare le pendici verdi e lussureggianti della serra salentina ai cui piedi scorre un canalone artificiale atto a raccogliere l’acqua piovana e a bonificare terre un tempo paludose e che offrono riparo a uccelli migratori e fauna stanziale. Tronchi di ulivo secolari sembrano sorvegliare questo habitat come fossero totem a memoria del loro passato lontano e recente…”

Trip summary

Fortezza angioina di Gallipoli
La fortezza angioina, Gallipoli

Prefazione

L’assedio ebbe inizio nel 1266 su ordine dell’autorità angioina. Troppo forte il legame tra la Citta Bella e la casata degli svevi, con i quali visse un periodo di forte benessere, per pensare ad una pacifica transizione verso il potere degli angioini oppressori.

Carlo I d’Angiò decise di usare il pugno duro e Gallipoli resistette per due anni sotto assedio prima di capitolare. 33 baroni difensori fedeli agli svevi asserragliatisi nel castello circondato dal mare e dall’esercito angioino vennero impiccati nel cortile dello stesso e la città venne umiliata perché colpevole di resistenza ai vincitori…

(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)

L’Angioino testimone della fine sveva

In sintesi

Tutte visibili dal percorso pedalato

Fortificazioni ormai abbandonate si alternano a strutture attrezzate per l’accoglienza enogastronomica e/o alberghiera, in alternativa, sono presenti nelle immediate vicinanze nella maggior parte dei casi. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita o fruizione.

Adatto a tutte le tipologie di biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere un minimo di strade sterrate e bianche. Non presenta particolari difficoltà di percorrenza ma bisognerà tener conto di una serie di leggeri dislivelli da pedalare.

Viabilità secondaria con pini
Dolcemente verso Gallipoli

Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Gallipoli:

  • Castello Angioino di Gallipoli
  • Masseria Vocali, Gallipoli
  • Castello baronale di Racale
  • Castello baronale di Felline
  • Castello di Ugento
  • Palazzo ducale, Ruffano
  • Castello di Supersano
  • Palazzo d’Aquino, Casarano
  • Palazzo dei Marchesi del Tufo, Matino
  • Palazzo Castriota, Parabita

Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente.

L’Angioino testimone della fine sveva

Esperienza e sensazioni

Gallipoli

Pedalare un percorso poco adatto alle esigenze ed alle aspettative di un cicloturista in un’area geografica tra le più urbanizzate del Salento è una sfida. Le linee di confine tra i Comuni sono sfumati se non addirittura inesistenti e trovare spazio tra di essi può essere complicato. Gallipoli è splendida al netto della scarsa propensione ad accogliere la mobilità dolce e lenta sulle sue strade ma, con attenzione e prudenza, si riesce a sbrogliare la matassa scegliendo vie e viuzze alternative alle solite note.

Dal Mare all’entroterra

Viabilità secondaria nelle campagne salentine
Metà tra gravel e asfalto

Usciti dal lungomare verso sud, seguendo le spiagge famose della baia verde e lungo il bosco “te li foggi” l’aria è profumata di pino rinfrescata dalla brezza marina.

Stradina di campagna gravel vicino Racale
Non lontano da Racale

Strada su promontorio presso Racale
Su e giù dal promontorio

Vista di Gallipoli dalla baia verde

Già dopo un paio di chilometri su strada provinciale si va su per un promontorio non troppo alto che ci accompagnerà fino a Racale tra stradine strette, a volte sterrate tra uliveti, macchia mediterranea e campi coltivati. Si sale e si scende seguendolo quel promontorio, ad ogni salita la vista dall’alto verso l’entroterra sembra essere guadagnata.

Al porto di Gallipoli

Baia verde di Gallipoli
Baia verde, a sud di Gallipoli

Felline in mezzo

Non lontano da Racale il piccolo ed accogliente borgo di Felline con il suo castello al centro, Ugento non più lontana ormai anche se ancora nascosta alla vista. Pochi piacevoli chilometri lungo l’argine di uno dei tanti canali di bonifica segna il punto più basso del percorso nell’entroterra.

Castello di Ugento
Castello di Ugento

stradina di campagna gravel
Nei pressi di Taurisano

Castello baronale Racale
Corte interna castello baronale di Racale

Ora si salirà gradualmente varcando la storica Ugento e la cittadina di Taurisano circondati da uliveti o quello che ne è rimasto per via del loro disseccamento (il punto di origine della piaga xylella non è poi molto lontano da quì).

La serra salentina

Superata la bellissima serra salentina si approda a Ruffano posta a metà tra ionio ed adriatico e bisogna prepararsi ad affrontare le pendici verdi e lussureggianti della serra ai cui piedi scorre un canalone artificiale atto a raccogliere l’acqua piovana e a bonificare terre un tempo paludose e che offrono riparo a uccelli migratori e fauna stanziale.

Centro storico di Ruffano
Ruffano

Stradina gravel adiacente alla serra salentino
Al fianco est della serra

Stradina secondaria gravel
La serra salentina

Tronchi di ulivo secolari sembrano sorvegliare questo habitat come fossero totem a memoria del loro passato lontano e recente fino ad arrivare a Supersano.

La malinconia

Ecco, ci risiamo, si sale nuovamente su per la serra, la strada è una provinciale dove automobili sfiorano i ciclisti senza curarsene troppo, meno male che dura pochissimi centinaia di metri. Una deviazione ci salva da esse portandoci per stradine secondarie asfaltate, ma vedere quello che sembra essere un cimitero degli ulivi triste e desolato fa venire la malinconia. La xylella imperversa e sembra tutto narcotizzato in attesa di un risveglio perpetrato per mano di qualcuno o di qualcosa.

Airone bianco sul canale di bonifica
Airone bianco nei pressi di Ruffano

Dolcemente a Gallipoli

Dalla cima ecco che appare la chiesa della madonna della campana e segna l’ingresso a Casarano, il territorio è costretto a lasciare spazio all’urbanizzazione senza soluzione di continuità fino a Parabita.

Statua di San Giorgio a Matino
San Giorgio, Matino

Palazzo D'Aquino Casarano
Palazzo d’Aquino, Casarano

In mezzo Matino, il suo centro storico è fatto di vicoli stretti e pendenze proibitive (menomale che il verso del percorso ad anello scelto consente di affrontarle in discesa). Da Parabita dolcemente, su un falso piano verso Gallipoli, i pedali girano leggeri in un territorio più a misura di bicicletta. Nonostante la premessa iniziale, il Salento regala un percorso ricco di sfaccettature da vivere, dinuovo.

Palazzo Castriota di Parabita
Palazzo Castriota, Parabita

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