La torre federiciana e l’asinello

Belvedere su Porto Selvaggio

Le Fortificazioni nel Salento – La torre federiciana e l’asinello

“Il percorso prevede un immersione nell’Arneo e lì sfoggerà il suo aspetto vero. Le sue asperità verranno fuori, sentieri segnati sulle cartine spazzate via da un aratro potrebbero costringerci a spingere la bicicletta per qualche tratto ma questa evenienza darà carattere ai ricordi futuri, ne vale la pena!”

Trip summary

La torre federiciana di Leverano in notturna
La notte illumina la torre fortificata più alta del Salento

Prefazione

L’aneddoto pare sia legato alla Torre federiciana di Leverano voluta da Federico II di Svevia per arginare le incursioni di pirati africani. Alta ventotto metri, è la più antica della Provincia di Lecce e dichiarata Monumento Nazionale dal 1870.

“Si racconta che dalla cima della torre spuntava un gigantesco ed irraggiungibile «zangune», verdura selvatica utilizzata in molte ricette popolari. In quell’epoca di penuria, la brama di possedere lo «zangune» era quasi un’ossessione, tanto che dovette intervenire il Sindaco con un decreto che riservava la meravigliosa pianta al suo amato asinello. L’animale fu caricato con carrucole e funi fin sulla sommità della torre, ma tanto fu il terrore dell’altezza che chinò la testa e spirò senza aver neppure mangiucchiato una foglia. E fu così che una semplice pianta portò a disordini, malcontento e tre giorni di lutto per il povero asinello” (tratto da un racconto popolare scovato tra le pieghe di internet e copiato)…

(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)

La torre federiciana e l’asinello

In sintesi

Tutte visibili dal percorso pedalato

Fortificazioni ormai abbandonate si alternano a strutture attrezzate per l’accoglienza enogastronomica e/o alberghiera, in alternativa, sono presenti nelle immediate vicinanze nella maggior parte dei casi. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita o fruizione.

Percorso adatto a tutte le tipologie di bicicletta dotate di pneumatici che possono percorrere strade bianche e sterrati.

Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Nardò:

  • – Castello di Nardò
  • – Masseria nome? nei pressi SP 218, Nardò
  • – Castello di Copertino
  • – Torre federiciana, Leverano
  • – Masseria Giudice Giorgio, Nardò
  • – Masseria Sarparea, Nardò
  • – Torre Sant’Isidoro
  • – Masseria Nucci, Nardò
  • – Masseria Bernardini, Nardò
  • – Masseria Brusca, Nardò
  • – Masseria Torre Nova, Nardò
  • – Torre dell’alto, Santa Caterina
  • – Quattro Colonne, S.M. al Bagno Nardò

Non presenta particolari difficoltà di percorrenza se non un dislivello a partire da Santa Maria al Bagno e degli sterrati da pedalare con più attenzione all’interno dell’area protetta di Porto Selvaggio. Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente.

La torre federiciana e l’asinello

Esperienza e sensazioni

Santa Maria al Bagno

Quando le temperature sono già estive è preferibile partire dalla costa al fresco del mattino e Santa Maria al Bagno si offre naturalmente a questo scopo. Per raggiungere Nardò è pero necessario lasciare la costa e salire verso l’entroterra utilizzando piacevoli strade e stradine secondarie che attraversano perlopiù caseggiati ma anche scorci rurali e piccole cave ormai in disuso.

Ingresso al castello di Nardò
Ingresso riccamente decorato del castello di Nardò

Torrione del castello di Nardò
Vista laterale del castello di Nardò

Una delle quattro colonne guardata dalla luna
Una delle quattro colonne a guardia della costa salentina

Nardò è recentemente diventata avvezza ad ospitare il turismo e la mobilità lenta grazie al suo piccolo cambio di paradigma per quanto concerne questo aspetto. Ora il nucleo storico è maggiormente valorizzato e attraversarlo in bicicletta è un must viste le bellezze architettoniche presenti e l’accoglienza organizzata.

L’assaggio d’Arneo

Appena lasciato il centro urbano si punta dritto verso il nord e subito il contesto è quello dell’Arneo, territorio a vocazione agricola che si espande fino ad Avetrana. Stradine secondarie asfaltate a basso traffico su terreno pianeggiante ci accompagnano fin quasi alle porte di Copertino,

Tra campi coltivati e strade sterrate in bicicletta
Tra campi di frumento e alberi d’ulivo in solitudine nell’Arneo

La viabilità secondaria dell'Arneo
Viabilità che si presta naturalmente al cicloturismo

Nei pressi della Masseria fortificata Giudice Giorgio
In fondo una delle masserie fortificate più rappresentative del Salento

un assaggio di quello che significa realmente attraversare l’Arneo viene dato prima di entrarci. Bellissime e polverose strade bianche e rosse tra campi coltivati, vigneti, uliveti, masserie e chiese antiche a ridosso delle stesse.

Copertino e Leverano

A Copertino ci accoglie uno dei castelli più rinomati del Salento e parte un’area a vocazione vinicola con il suo epicentro a pochi chilometri. Leverano, altro borgo che ha voluto fortemente valorizzare il suo centro e che merita di essere visitato, non fosse altro che per la sua torre federiciana, forse la più alta torre fortificata nel tacco d’Italia. Ora si punta a ovest attraverso un territorio e strade simili a quelle già descritte in precedenza, anche perché siamo in pieno Arneo, di nuovo.

Strade bianche d'Arneo
L’ombra dei cipressi spezza il bianco delle strade d’arneo

Lunghe e dritte le strade graveld'arneo
Sembra non avere fine il gusto di pedalare su strade bianche

I muri di cinta di una masseria fortificata nel salento
Sontuoso muro a secco a protezione di una masseria fortificata

Vie in terra battuta e muretti a secco
Stradina di campagna in terra battuta rossa

Raramente strade asfaltate, spesso strade bianche alternate a stradine rosse di campagna, single-track a ridosso di masserie fortificate abbandonate e non, per gli amanti del gravel è una manna e in men che non si dica ci si trova a Sant’Isidoro a godere di un mare cristallino con spiagge finissime e bianche.

Il Castello di Copertino
Panoramica sul castello dalla piazza antistante

Le asperità verranno fuori

La tentazione di farsi un bagno ristoratore sarà inevitabile. Ora si seguirà la costa verso sud per pochi chilometri, il mare è poco visibile perché protetto da una riserva naturale, poco importa, il percorso prevede un’altra immersione nell’Arneo e questa volta sfoggerà il suo aspetto più autentico.

Le sue asperità verranno fuori, sentieri segnati sulle cartine spazzate via da un aratro potrebbero costringerci a spingere la bici per qualche tratto ma questa evenienza darà carattere ai ricordi futuri, ne vale la pena (se si dispone di mappe aggiornate su gps c’è comunque la possibilità di aggirare questi brevi tratti impervi percorrendo stradine alternative che allungano di qualche chilometro il percorso).

Porticato esterno di una masseria nell'Arneo
Adiacente al tratto di strada gravel al riparo del porticato

Al riparo del sole salentino
Tra i campi di frumento pochi ripari nell’Arneo

Se non si vuole rischiare allora basta rigare dritto lungo la costa per raggiungere facile facile Porto Selvaggio (pena, un paio di masserie fortificate saranno lasciate alle spalle), la scelta è soggettiva, il punto di re-incontro sarà la masseria Torre Nova.

Balle di fieno in assenza di ombra
Il riparo dal sole tentato all’ombra di balle di fieno

Muro di cinta dell'ovile di masseria Sarparea
Ovile abbandonato di masseria Sarparea ormai rudere

Legame indissolubile

Una menzione speciale ora è dovuta; se Porto Selvaggio oggi è quello che è lo si deve a Renata Fonte che ha dato la vita per proteggere quest’area, speriamo regga… indescrivibile bellezza naturalistica.

La strada ciclabile di Santa Caterina a Nardò
Tra Santa Maria al Bagno e Santa Caterina

Campi di angurie a Nardò
L’arrivo dell’estate segnato dalle angurie

Panchina rossa dedicata a Renata Fonte
L’emozione nel ricordo di Renata Fonte a Porto Selvaggio

Da Santa Caterina su una bella ciclopedonale di nuova costruzione si gode del mare fino a tornare a Santa Maria al Bagno ai piedi delle quattro colonne, altra fortificazione degna di nota.

Torre Dell'Alto e baia di Porto Selvaggio
Vista di Porto Selvaggio dalla Torre Dell’Alto

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