Il giardino segreto

Il faro di Leuca

Il Salento Bizantino – Il giardino segreto

“La sensazione di essere al centro di un giardino segreto forse è frutto di immaginazione ma ai miei occhi è tangibile. Perlustriamo ogni lato dei dirupi ma questa cripta resta inviolabile per noi. L’averci provato comunque ci appaga, per oggi è andata così, la strada ci aspetta…”

Trip summary

Bassorilievo inciso con simboli pagani
Figure pagane inglobate nelle mura della chiesa di San Pietro Apostolo a Giuliano di Leuca

Prefazione

L’emblema di quanto il Salento sia una terra ai confini, come amavano descriverla gli antichi romani, è evidente nel Capo di Leuca (de finibus terrae). È altrettanto emblematico però che questi confini valgano solo dal punto di vista geografico. I flussi migratori umani viaggiano su livelli assolutamente dinamici con confini tutt’altro che chiusi tra due mari ed influenzano in modo determinante Storia e Cultura.

Se ne ha evidenza quando ci si ferma ad osservare la piccola e apparentemente insignificante chiesetta di San Pietro a Giuliano di Leuca frazione di Patù le cui fondamenta appartengono ad un tempio pagano romano, le mura sono erette attingendo ai monoliti recuperati dall’antica Vereto messapica da monaci che fin dai tempi del medioevo e fin’oltre al rinascimento celebrano riti bizantini. Dinuovo loro, i bizantini.

Sembrano non aver sofferto dei confini geografici del tacco della penisola italica. Un dato scentifico emerge: Un Convegno Internazionale di Studi sulla Civiltà rupestre medioevale del Mezzogiorno d’Italia (non mi è dato sapere di quale anno), riportava nella provincia di Lecce 69 cripte censite, di contro, un volume pubblicato nel 2000 dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Puglia (Distretto di Tricase) che cita il suddetto convegno per il suo dato iniziale di riferimento, evidenzia dei dati sugli insediamenti rupestri limitatamente ai territori comunali di Salve, Morciano di Leuca, Patù e Castrignano del Capo di tutt’altra dimensione; ebbene, sono cinquantanove le grotte individuate in questa piccola area di cui venti descritte meticolosamente. Ho la netta sensazione di essermi sopravvalutato pensando di poter tracciare buona parte degli insediamenti bizantini con questo proggetto. In poche parole… Ci siamo dentro fino al midollo in questa Storia.

Il volume pubblicato nel 2000 dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Puglia

(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)

Il giardino segreto

In sintesi

Da Santa Maria si sale verso il promontorio più alto del Capo di Leuca per attraversare un area dove la concentrazione di cavità naturali e ricavate frequentate da monaci bizantini e civiltà rupestri è alta.
Si scende e si risale più volte verso la costa ionica prima di addentrarsi nell’entroterra risalendo fino a raggiungere l’area archeologica di Vereto.

In rapida successione si attraversano i borghi di Patù, Giuliano di Leuca e San Dana, tagliando di fatto il tacco di Leuca trasversalmente approdando quindi sul lato adriatico del percorso. Si percorrerà quindi la strada adriatica fino a tornare a Santa Maria di Leuca.

Tutte visibili dal percorso pedalato

le Cripte a volte non sono direttamente accessibili in bicicletta ma si necessita di percorrere brevissimi tratti addirittura a piedi oppure sono di pertinenza di proprietà private. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita. Sono presenti dei punti di ristoro come masserie adibite ad agriturismo o ristoranti durante tutto l’arco del percorso.
Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Santa Maria di Leuca:

  • 33 grotta 8, Castrignano del Capo
  • Chiesa rupestre Sant’Elia, Patù
  • Pozzo Bon Bere, Giuliano di Leuca
  • Chiesa San Pietro Apostolo, Giuliano di Leuca
  • Cripta Cristo Pantocratore, Giuliano di Leuca
  • Cripta S. Apollonia, San Dana Gagliano del Capo

Adatto a tutte le tipologie di biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere un minimo di strade sterrate e bianche. Unico tratto un po’ più tecnico da percorrere è quello tra San Dana e Gagliano del Capo. I dislivelli da affrontare sono molti ma se si è abituati a pedalare non sono insormontabili, un minimo di preparazione è però necessaria per affrontare il percorso senza affanni. Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente. In particolare fare attenzione durante la percorrenza della strada adriatica, tratto insidioso perchè sono presenti curve cieche percorse spesso dai mezzi a motore a velocità non adeguate.

Panoramica esterno sui resti della chiesa di San Pietro apostolo
Panoramica sui resti della chiesa di San Pietro a Giuliano di Leuca

Il giardino segreto

Esperienza e sensazioni

Santa Maria di Leuca

Santa Maria di Leuca è splendidamente silenziosa in questa stagione. I riflessi del sole nel mare calmo dei porticcioli racchiusi tra i frangiflutti a tratti abbagliano gli occhi che lo scrutano, mentre sul lato opposto le fastose ville ottocentesche riflettono i loro bagliori improvvisi.

Il sole stesso elargisce quella giusta dose di tepore che invoglia a sederti sulla panchina che si affaccia sul faro… inconciliabile con la scaletta in programma oggi.

La ricerca di tracce bizantine impone movimento e non ozio, non solo, bisogna salire lassù, dove svettano i tralicci dei ripetitori d’antenna, cento metri di dislivello in tre chilometri e mezzo, i primi tre chilometri e mezzo.

L’equilibrio dei muri

Natura, nel senso comune, si riferisce a essenze immutate dall’uomo; lo spazio, l’aria, il fiume, la foglia. L’arte si applica alla mescolanza della sua volontà con le stesse cose, come in una casa, un canale, una statua, un quadro. Ma le sue operazioni prese insieme sono così insignificanti, una piccola scheggiatura, cottura, rattoppatura e lavaggio, che in un’impressione così grandiosa come quella del mondo sulla mente umana, non variano il risultato. Ripaga la vista sul mare alle nostre spalle e mentre ruotiamo la testa per ammirarlo rimaniamo (ebbene sì, oggi siamo in due a pedalare) stupefatti dalla vista di un muretto in pietra con posa a secco posto praticamente sulle nostre teste. E’ in perfetto equilibrio sui bordi di un costone quasi verticale, ma come fa a mantenersi lassù?

Le increspature di un muro in pietra
Le increspature di un muro in pietra nei pressi di Leuca

Devo dire che mi affascinano particolarmente queste costruzioni eroiche fatte solo di pietra e di incastri, le increspature superiori ricordano quelle del mare, entrambe modellate dal vento. Dopo due chilometri pedalati in salita su una ariosa stradina secondaria tra campi coltivati e giardini incorniciati da altri muretti in pietra si svolta a sinistra su una salita che supera il venti percento! Niente panico però, si tratta di pochissimi metri che terminano a ridosso di una catena in ferro che delimita il varco verso una proprietà privata.

Strada in salita verso il promontorio di Leuca
Un costone spigoloso del promontorio di Leuca

Occhiello fissato nei muri a secco
La necessità di legare gli asini o i cavalli lungo il tragitto è così risolta

La bicicletta attraverso l'occhiello

Stradina in salita al promontorio di Leuca
Le strutture in pietra che dominano le campagne di Leuca

Ogni tanto capita quì in Salento di trovarsi davanti a stradine bruscamente interrotte. In questo caso la catena può essere facilmente superata per attraversare velocemente un fondo privato ed immettersi qualche metro più avanti in un sentiero stretto e, a tratti, ricoperto di vegetazione.

La strada in salita verso il promontorio di Leuca
Il muro in bilico sulla strada per il promontorio

La caccia al tesoro

Lungo una trentina di metri e in compagnia del faro di Leuca, in men che non si dica si costeggia un ampio canalone sul cui fondo scorre la strada provinciale per Castrignano del Capo. Intorno a noi sono censite almeno una ventina di grotte, tutte legate in qualche maniera alla vita dei monaci basiliani o comunque alla vita rupestre degli abitanti di un tempo.

Ingresso grotta bizantina
Ingresso grotta bizantina nei pressi di Castrignano del Capo

Hanno lasciato spesso i segni evidenti del loro passaggio scalfendo e decorando le loro pareti ma scovarle ha il profumo di una caccia al tesoro entusiasmante.

Tre croci bizantine segnate in una grotta
I segni bizantini in una grotta nei pressi di Castrignano del Capo

Corso di acqua piovana nei pressi di Castrignano del Capo
Corso di acqua piovana nei pressi dell’area rupestre

Strada secondaria lungo la provinciale per Castrignano del Capo
Area con insediamenti rupestri a Castrignano del Capo

Ci abbiamo provato a partecipare a questa caccia perdendoci per quasi un’ora in un contesto naturalistico ricco di inaspettate sorprese. Non sveleremo i punti esatti dei tesori, non vogliamo privare nessuno dal vivere un’esperienza del genere.

Sant’Elia

Recuperate le nostre biciclette ci lanciamo in discesa verso il mar ionio per poi risalire all’altezza di San Gregorio alla ricerca della Chiesa Rupestre intitolata a Sant’Elia. Incupisce non poco vedere gli affreschi abbandonati all’entropia del tempo, incupisce maggiormente alzando lo sguardo, intorno all’insediamento rupestre fa da sfondo uno scheletro architettonico dei nostri tempi.

Chiesa rupestre di Sant'Elia
Accesso alla Chiesa rupestre di Sant’Elia

Menomale che il percorso ci distrae da ulteriori considerazioni facendoci scendere nuovamente verso il mar ionio sulle “solite” stradine secondarie strette con sullo sfondo il fantastico mare salentino.

Uscita alla Chiesa rupestre Sant'Elia
Affreschi in uscita alla Chiesa rupestre Sant’Elia

È un continuo saliscendi, neanche il tempo di assaporare la costa del mare che l’altimetro ricomincia ad incrementare le cifre fino a Vereto, città messapica che meriterebbe un’attenzione approfondita.

Vereto

Splendida la vista su Patù e Giuliano di Leuca, borghi che ci apprestiamo ad attraversare, da queste parti le tracce messapiche e bizantine si mescolano e si palesano in continuazione. La chiesa di San Giovanni, Il mausoleo le Cento Pietre, il pozzo Bon Bere e la chiesetta di San Pietro Apostolo in una manciata di chilometri pedalati tra gli storici e ricorrenti muri in pietra naturale.

Affresco bizantino nella Chiesa di San Giovanni a Patù
San Giovanni affrescato nella chiesa omonima di Patù

La croce bizantina della Chiesa San Giovanni a Patù
La croce sospesa della Chiesa San Giovanni di Patù

Il pozzo bizantino Bon Bere di Giuliano di Leuca
Il pozzo bizantino Bon Bere ed i monoliti di Vereto

Panoramica di Patù da Vereto
Vista di Patù da Vereto

A Giuliano le tracce bizantine però fanno quello che sanno fare benissimo e cioè nascondersi. La Cripta del Cristo Pantocratore ci ha fatto penare non poco per farsi trovare e infatti non ci siamo riusciti.

Il giardino segreto

Ho letto descrizioni che parlano di un giardino nascosto che custodisce la porta d’ingresso alla cripta (Salogentis e le sue bellissime storie), ho chiesto a persone del luogo circa l’ubicazione esatta della cripta ma tutti gli sforzi sono stati vani. Non demordo, la ricerca sul campo mi induce a pensare di aver sfiorato la porta d’ingresso alla cripta più volte.

Vegetazione in un giardino con dirupo
Vegetazione a ridosso di in un dirupo nel giardino segreto

Non saprei come ma, ad un certo punto mi sono ritrovato in mezzo ad una folta vegetazione lussureggiante contorniata da dirupi alti almeno quattro metri.

Un ingresso ipogeo a Giuliano di Leuca
Non lontano dalla Cripta del Cristo Pantocratore a Giuliano di Leuca

Strada secondaria tra muretti in pietra
Muretti in pietra antichi e moderni attraversati in bicicletta

Uscita da un Ipogeo
Uno dei tanti Ipogei di Giuliano di Leuca

La sensazione di essere al centro di un giardino segreto forse è frutto di immaginazione ma ai miei occhi è tangibile. Perlustriamo ogni lato dei dirupi ma questa cripta resta inviolabile per noi. L’averci provato comunque ci appaga, per oggi è andata così, la strada ci aspetta.

…quasi dimenticavo: esiste un giardino circondato da alte mura in pietra incastrate a secco. Oggi questo giardino è inaccessibile chiuso com’è da un cancello in ferro. Impossibile sbirciarci dentro, vuoi vedere che..

Santa Apollonia

Da Giuliano ci muoviamo verso San Dana pedalando su una tranquillissima e silenziosa stradina provinciale che collega i due agglomerati urbani con la pendenza che ora è praticamente nulla per un paio di chilometri.

Scala ingresso alla Cripta Santa Apollonia a San Dana
Discesa alla Cripta Santa Apollonia a San Dana

Affresco bizantino di Santa Apollonia
Affresco bizantino raffigurante Santa Apollonia

Interno Cripta Santa Apollonia a San Dana
Gli affreschi della Cripta Santa Apollonia a San Dana

Affresco bizantino di Santa Apollonia
Dettaglio affresco bizantino di Santa Apollonia

La protezione alla cripta Santa Apollonia a San Dana
Accesso alla Cripta Santa Apollonia a San Dana

La cripta di Santa Apollonia è facilmente accessibile e protetta da una struttura che prova a preservarla dalle intemperie.

Gagliano del Capo

Le tracce bizantine da qui in poi lasciano spazio all’altra protagonista che in modo silenzioso, pur nella sua bellezza si era defilata. In un continuo saliscendi il percorso mostra il suo lato più selvaggio e per circa cinque chilometri ci fa pedalare su stradine sterrate che si stringono e allargano tra la natura salentina lasciando spazio ad essa.

Un sentiero tra muretti in pietra a Gagliano del Capo
Sempre più stretto il sentiero nei pressi di Gagliano del Capo

Dove può, la vegetazione sembra volersi riprendere tutti gli spazi possibili. Le porte del borgo antico di Gagliano del Capo si palesano improvvisamente e la natura svanisce. I vicoli stretti ora sfoceranno nella piazza centrale.

Il sentiero in bicicletta
Un sentiero nei pressi di Gagliano del Capo

Panoramica su Gagliano del Capo
Vista dal promontorio adiacente a Gagliano del Capo

Il centro storico di Gagliano del Capo
Stradina di accesso nel centro storico di Gagliano del Capo

Così come improvvisamente palesate, allo stesso modo si dissolvono e Gagliano del Capo resterà magicamente visibile sullo sfondo fino a raggiungere, percorrendo per un breve tratto di via francigena, il promontorio opposto.

Le strade sterrate percorse in bicicletta
Le strade sterrate nei pressi di Gagliano del Capo

Adriatico in Finibus Terrae

Per la prima volta ci appare in faccia l’adriatico dal colore blu profondo ed entra in scena in un modo a dir poco teatrale mentre una discesa mozzafiato letteralmente ci spinge a guardarlo sempre più da vicino. Ci accompagnerà sulla nostra sinistra fin giù a Santa Maria di Leuca…

Il mare adriatico nei pressi di Gagliano del Capo
Oltre al promontorio nei pressi di Gagliano del Capo

La strada litoranea verso Leuca
La strada litoranea verso Leuca percorsa in bicicletta

Il faro di Leuca
In arrivo dal lato adriatico a S.M. di Leuca

Come prego? Fin giù? Ma è retorica? Se pensate di scendere dolcemente fino alla meta allora siete fuori strada, dovrete avere la forza di alzare la testa per guadagnarvi la vista degli scorci fantastici di questa costa spettacolare, soltanto la vista del faro di Leuca sarà il segnale di un dolce scendere verso “De Finibus Terrae”

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