Nei limiti del Limitone

La ciclovia AQP e la bicicletta

Il Salento Bizantino – Nei limiti del Limitone

“Davanti a noi la vista ora può spaziare lontano fino a scorgere il mare e, nelle giornate migliori di tramontana, fino alla lontana Porto Cesareo. Un lungo filo infinito che parte dai nostri pedali preannuncia la direzione da prendere, sarà gravel fino al prossimo obiettivo bizantino…”

Trip summary

Prefazione

La mutevole linea di delimitazione del confine bizantino nella penisola salentina è frutto dell’effimera vittoria dei Goti di Giustiniano ottenuta nel VI secolo d.C.. I longobardi si proposero come forza emergente nel periodo immediatamente successivo e la loro pressione da nord provocò la frammentazione territoriale della penisola italica.

Le guerre longobardo-bizantine del VII secolo perversavano ormai anche alle latitudini sud-orientali e, come una battigia ai bordi del mare, così il passaggio di mano da un potere all’altro generava una fascia di territorio dai confini labili e indefiniti. Agli inizi dell’VIII secolo però le cose si compongono e la spartizione del territorio da parte delle forze contrapposte si materializza. Ai longobardi di Benevento le terre a nord. Partendo dalla Torre Santo Stefano presso Otranto, passando a nord di Lecce e di San Pietro Vernotico, attraverso i territori di Mesagne ed Oria fino a raggiungere il golfo di Taranto a sud di Manduria. Ai greco-bizantini, viceversa, il restante posto a sud. Il “Limitone dei Greci” è descritto nelle scritture storiche come composto da una muraglia avente alla base una larghezza di sette ed otto metri, ed un’altezza sul piano di campagna dai tre ai quattro metri e dovrebbe essere quell’opera architettonica che prova l’esistenza di quella linea di demarcazione… Dovrebbe… Provate a disegnare una linea di confine sulla battigia e quindi a tenerne traccia nel tempo.

(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)

Nei limiti del Limitone

In sintesi

Percorso tracciato nell’Arneo ne prende le caratteristiche tipiche del luogo. Pochi i centri abitati attraversati, Copertino e Veglie sono collegate tra loro da una serie di stradine di campagna asfaltate e a traffico automobilistico quasi nullo. Da Veglie fino alla Cripta Madonna della Grottella e oltre, per una decina di chilometri abbondanti, è tutto appannaggio degli amanti del gravel viste le stradine bianche e ghiaiose a basso livello tecnico di percorrenza.

Cavità ipogea cripta Madonna della Grottella
Sotto il pavimento della cripta Madonna della Grottella una cavità ipogea

Abbandonata la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, un rettilineo parallelo lungo pressappoco quattro chilometri su asfalto, anche quì a bassissimo traffico motorizzato, ci riavvicina ad un’area maggiormente abitata rispetto alla bellissima solitudine percepita in terra d’Arneo, di fatto non siamo molto lontani da Copertino. Un attraversamento di binari ferroviario è da superare con moltissima cautela e attenzione. L’assenza di qualsivoglia segnalazione circa il sopraggiungere di treni lo rende particolarmente delicato ma i binari dritti aggevolano lo scorgere dei convogli di passaggio. Volendo, l’alternativa c’è per aggirare il rischio derivato. La pedalata si conclude tra i vicoli del nucleo storico di Copertino.

Tutte visibili dal percorso pedalato

Le Cripte a volte non sono direttamente accessibili in bicicletta ma si necessita di percorrere brevissimi tratti addirittura a piedi oppure sono di pertinenza di proprietà private come la Cripta San Michele Arcangelo. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita. Sono presenti dei punti di ristoro come masserie adibite ad agriturismo o ristoranti durante tutto l’arco del percorso.
Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Copertino:

  • Cripta Madonna della Favana, Veglie
  • Cripta Madonna della Grottella, Nardò
  • Chiesa Santa Maria di Casole, Copertino
  • Cripta San Michele Arcangelo, Copertino

Adatto a tutte le tipologie di biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere strade sterrate e bianche. Presenta un unico tratto di circa cento metri di dislivello su sentiero non asfaltato nei pressi della Masseria fortificata Zanzara. Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente in particolare la provinciale da superare subito dopo l’azienda vinicola Garofano proprietaria della Cripta San Michele Arcangelo.

Nei limiti del Limitone

Esperienza e sensazioni

Primavera d’Inverno

Il silenzio d’inverno è ancora molto presente per le strade di campagna tra Copertino e Veglie nonostante le temperature primaverili. Le vigne ancora in letargo sono disturbate dagli agricoltori intenti a fresare il terreno a ridosso dei ceppi, alla loro potatura e alla legatura dei tralci sui tiranti dei filari. Laddove i vigneti sono assenti il silenzio occupa il resto.

Nel silenzio delle campagne d’inverno

I gheppi, sovrani incontrastati del cielo, volteggiano eleganti e neanche il vento di scirocco li fa scostare di un millimetro rispetto al loro stallo mentre puntano la preda ignara del pericolo sovrastante.

Brevi tratti sterrati tra Copertino e Veglie

Stradine strette insolitamente asfaltate…

Ad onor del vero, questo vento di scirocco è lieve ed il pedalare verso nord ne giova molto vista l’assenza di pendenze. Quattordici chilometri di stradine strette insolitamente asfaltate per gli standard dell’Arneo serpeggiano in questa atmosfera, solo un paio di brevissimi tratti di strade bianche interrompono la piacevole scorrevolezza delle ruote.

Favana e Grottella

Attraversata la porta di Tramontana che demarca il nucleo storico di Veglie, la prima meta bizantina è quasi raggiunta. Dal cimitero, luogo in cui è situata la Cripta della Madonna della Favana, si inverte la rotta, il venticello di scirocco, non volendosi adeguare al mio voltafaccia, da favorevole diventa contrario ed il rapporto di simpatia nei suoi confronti si inverte. Non solo, anche il rapporto asfalto-ghiaia si inverte e l’Arneo ora mostra tutto il suo splendore ghiaioso. Per chilometri, pochissime tracce di asfalto interrompono le dolci vibrazioni del manubrio, le vigne lasciano spazio agli uliveti ed una pendenza in salita indica il raggiungimento della sommità del percorso.

Cripta Madnna della Favana
Nei confini del cimitero di Veglie la Cripta Madnna della Favana

Due alti silos, probabilmente dell’Acquedotto Pugliese, nascondono il promontorio su cui ci stiamo arrampicando, come un drappo bianco nasconde l’opera d’arte prima della presentazione al pubblico. La macchia mediterranea distrae lo sguardo come le sirene e quando arriva il momento di alzare la testa ecco che il drappo cade e l’opera d’arte si fa ammirare.

Sentieri sterrati d’Arneo tra uliveti e macchia mediterranea

In salita verso i silos

Stradine silenziose nelle campagne d’Arneo

Il rettilineo su ciclovia AQP

Parete affrescata della cripta Madonna della Grottella

Cripta Madonna della Grottella e bicicletta
L’icona della Madonna del Gonfalone

Davanti a noi la vista ora può spaziare lontano fino a scorgere il mare e, nelle giornate migliori di tramontana, fino alla lontana Porto Cesareo. Un lungo filo infinito che parte dai nostri pedali preannuncia la direzione da prendere, sarà gravel fino al prossimo obiettivo bizantino, la Cripta Madonna della Grottella, raggiunta pedalando giù lungo la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese ancora incompiuta.

Vista sull’entroterra dell’Arneo

Prima del panorama verso Porto Cesareo

Imbocco alla Ciclovia dell’AQP

Santa Maria di Casole

Ormai pochi chilometri di strade bianche saranno disponibili, il rapporto di forza si inverte un’altra volta. L’asfalto torna ad essere protagonista dopo un paio di svolte e lo fa srotolandosi lungo un rettilineo di quasi quattro chilometri scanditi dalla cadenza di pedalata dentro i limiti segnati dalla macchia mediterranea e le terre coltivate dell’Arneo rurale.

La ciclovia AQP tra i raggi

Rettilineo d'asfalto e nuvole
Il rettilineo

Santa Maria di Casole

Ancora un cambiamento di direzione verso est interrompe lo status quo, non più rettilineo ma stradine secondarie asfaltate tra caseggiati sparsi. E’ terminato l’isolamento proverbiale dell’Arneo mentre si pedala verso il complesso monastico ormai rudere e Santa Maria di Casole.

L’attraversamento ferroviario

Bisogna attraversare i binari della linea ferroviaria; il percorso tracciato indica un sentiero sterrato in parallelo alla linea ferroviaria a destra prima dello scavallamento del passaggio a livello e che consente di evitare un tratto di strada provinciale lungo un chilometro e mezzo, ad onor del vero, poco trafficata ma anche poco affascinante. L’alternativa è quella di percorrere il sentiero come indicato e attraversare più avanti i binari laddove il passaggio a livello è inesistente.

L’attraversamento ferroviario

Non lontano da Copertino

Masseria fortificata La Torre

In pratica la stradina viene interrotta da un basso muretto che rende l’attraversamento dei mezzi a motore impossibile e lascia libero il passaggio pedonale. La massima cautela è d’obbligo vista l’assenza di segnaletica indicante l’arrivo del treno, la visuale verso le due direzioni è comunque ottimale, scorgere il treno in arrivo da lontano è possibile ma nessuna distrazione è ammessa. La scelta tra le due soluzioni del percorso è soggettiva.

San Michele Arcangelo

La Cripta San Michele Arcangelo, da anni ormai ingabbiata, non sarà comunque visitabile e mestamente, dopo il complicato passaggio sulla trafficatissima Copertino-Galatina percorsa da mezzi a motore lanciati al massimo, si rientra. Ad attenderci il centro storico di Copertino.

La Cripta San Michele Arcangelo tra le grate

Il centro storico attraversato in bicicletta

I vigneti d’inverno

Pedalare nell’Arneo dona la sensazione di attraversare una zona di frontiera naturale, unica considerando la densità demografica nel resto del Salento. Il Limitone dei Greci ne segna grosso modo i margini, sarà un caso? In questo percorso non lo abbiamo mai varcato, probabilmente…

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